Teoria della ghianda:
ci aiuta a scoprire il nostro talento

La Teoria della ghianda è un'affascinante proposta avanzata dal celebre psicoanalista James Hillman. Si basa sull'idea che ognuno di noi, fin da bambino, porta dentro di sé l'immagine di quello che è destinato a diventare in futuro.

L'idea che ognuno di noi nasca con una precisa vocazione personale è molto antica. Alcuni credono che la vita si costruisca giorno per giorno, altri, come James Hillman, che il nostro destino sia segnato fin dal momento della nascita.

Cos'è la teoria della ghianda

La teoria della ghianda è stata avanzata dallo psicoanalista James Hillman. Secondo lui, infatti, ognuno di noi viene alla luce con una precisa impronta, una specie di vocazione, che, prima da bambini e poi da adulti, ci accompagna per tutta la vita. In psicologia analitica, e da Hillman in particolare, viene definito "daimon", ovvero il portatore del nostro destino che ogni giorno ci ricorda il compito a cui siamo chiamati ad assolvere sulla terra. Secondo questa teoria, quindi, ogni uomo e ogni donna è un essere unico, perfetto e irripetibile, perché porta con sé un disegno al quale non si può sottrarre.

Proprio come una ghianda, che custodisce al suo interno una figura precisa, anche gli uomini e le donne nascono con una determinata vocazione. Questa teoria aiuta a riconoscerla e a comprendere come tutti gli avvenimenti che ci accadono sono segni che ci conducono verso il nostro destino.

Non tutte le ghiande, tuttavia, diventano una quercia, e questo succede perché spesso il nostro vero talento è offuscato dalle necessità quotidiane. Il nostro compito, durante tutti gli anni della nostra vita, è proprio quello di diventare una quercia, partendo da quella piccola ghianda di partenza che custodiamo dentro l'anima.

Da ghianda a quercia: l'idea di Hillman

Nel suo libro Il codice dell'Anima, James Hillman spiega come mai alcune idee che ci vengono non riusciamo a concretizzarle, mentre altre, invece, prendono forma quasi naturalmente. La ghianda, seppur minuscola rispetto al grande albero che diventerà, ne contiene in nuce già tutte le caratteristiche. Proprio come i bambini che fin da piccoli possono manifestare attitudini e preferenze che poi si svilupperanno pienamente nell'età adulta. Il daimon di cui si parla spesso in psicologia, quindi, è presente in ogni bambino, e sta alla singola persona essergli fedele. In questo modo la personalità potrà fiorire con tutti i talenti che la compongono.

Questa idea, prima che nel libro di Hillman, era già presente nel mito di Er raccontato da Platone, in cui si fa riferimento a una particolare immagine che l'anima, al momento della sua nascita sulla terra, sceglierebbe. Secondo questo mito, l'uomo crede di essere nato senza vocazione, e che dovrà trovarla col passare del tempo, quando, in realtà, il destino è già presente in lui fin dall'inizio.

Molti ritengono che gli uomini vengano alla luce alla stregua di gusci vuoti, tuttavia, come la ghianda contiene già in essere il suo diventare quercia, anche noi possediamo l'energia che ci guiderà nel trovare il senso del nostro percorso.

Lo scopo della nostra vita secondo Hillman

Come scrive Hillman nel suo libro I codici dell'Anima: "Tutti, presto o tardi, abbiamo avuto la sensazione che qualcosa ci chiamasse a percorrere una certa strada. Alcuni di noi questo “qualcosa” lo ricordano come un momento preciso dell’infanzia, quando un bisogno pressante e improvviso, una fascinazione, un curioso insieme di circostanze, ci ha colpiti con la forza di un’annunciazione: Ecco quello che devo fare, ecco quello che devo avere. Ecco chi sono."

Secondo lo psicologo, quindi, siccome tutti nasciamo con questo daimon personale che ci rende unici e speciali, il compito della nostra vita è quello di riconoscerlo e di fare di tutto per mettere in pratica la nostra vera vocazione. Questa citazione dal libro di Hillman chiarisce ancora meglio il suo pensiero: "Prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o un disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro."

Il ruolo del daimon

La teoria portata avanti da Hillman è apparsa a molti come una vera e propria ventata di novità nel campo della psicologia. Negli anni in cui egli l'ha elaborata, dominavano le idee legate al ruolo della relazione coi genitori, in particolare quelle che vedevano nel rapporto con la madre la causa del successo (o dell'insuccesso) del bambino. Con Hilmann, e ancora prima con Jung, invece, si torna a mettere al centro l'individuo, con le sue capacità e i suoi talenti da sviluppare. Hillman non nega l'influenza dei genitori sui bambini, tuttavia propone una visione nuova nella quale l'uomo e la donna contengono già i semi del loro destino.

Il daimon, che non c'entra nulla con l'inglese demon, ha il compito di "distribuire i destini" alle varie anime che vengono al mondo, e ognuno di noi ha il suo specifico spirito guida in grado di accompagnarlo nel corso degli anni. Scoprire il senso della vita, non avendo paura di sperimentare più cose, è forse l'idea alla base del Codice dell'Anima di Hillman, il quale ha il grande merito di avere riportato l'uomo e la donna al centro del loro percorso.

Come trovare la nostra vocazione? Ci aiuta la teoria della ghianda!

Hillman ritiene che tutti veniamo al mondo con una serie di talenti, di caratteristiche e di peculiarità che ci rendono unici e speciali. Da bambini, i genitori giocano un ruolo fondamentale, tuttavia sta poi ad ognuno di noi saper individuare la nostra vocazione e trovare un'attività con la quale essa possa svilupparsi.

Ma come facciamo a capire quando qualcosa è veramente "nostro" e quando, invece, si tratta di condizionamenti della società, o degli stessi genitori che ci hanno cresciuto? L'unico compito che abbiamo, secondo Hillman, è quello di trovare la nostra collocazione e divenire, così, parte attiva nel mondo. Come possiamo riuscirci? Prova a mettere in pratica questi suggerimenti.

Ecco cosa ne pensa Hillman: